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L’ANIMA SEGRETA DI UNA POETESSA

L'Architetto e scultrice italo-messicana Chelita Riojas Zuckermann è signora sapiente nel coniugare il rigore della tecnica con la poesia della forma.

Sin dal primo approccio visivo l’osservatore attento e sensibile è coinvolto emotivamente e sollecitato ad approfondire ulteriormente il percorso creativo di questa   straordinaria messaggera di emozioni visive.

A mia volta, per meglio comprendere la sua personalità creativa, ho indagato con attenzione il corpus delle sue opere, e quindi le ho posto precisi quesiti sulla sua ricerca.

 

-        Quali materiali usa?

 Lavoro con fogli di alluminio specchiato incolore, martellato specchiato incolore, e alluminio anodizzato in vari colori. Sono lastre sottili - da 0,5 a 1 mm - poiché se sono più spesse non si possono piegare con le mani, e se ho bisogno di spessori maggiori, ne unisco da due a quattro. Ho sempre amato creare oggetti con le mani e mi ha sempre affascinato entrare nei negozi di ferramenta per vedere se trovavo qualcosa da montare o da costruire. Così, nel 2016, ho trovato questi fogli di alluminio che, per la loro consistenza, mi hanno fatto pensare a delle piante. Li ho comperati assieme a delle forbici per lamiere. Arrivando a casa ho sfogliato un libro e ho deciso di fare delle agavi, che sono piante tipiche del Messico, dove sono nata e ho vissuto fino al 2006.

 

-       Quali sono i mezzi meccanici da lei utilizzati?

 

Per tagliare l'alluminio uso una cesoia meccanica e forbici per lamiere. Per piegare uso metodi rudimentali, in quanto uso le mani e per fare curve uniformi uso dei tubi in PVC di vari diametri.

Per unire i fogli di alluminio uso un trapano con cui foro le lastre, che vengono poi unite con bulloni e dadi in acciaio inox e/o zincati e con rivetti in alluminio incolori e colorati; utilizzo inoltre un compressore (per i rivetti), pinze, cacciaviti e morsetti. A volte uso delle cerniere.

 

-       Come nascono le sue ispirazioni?

 

Di solito le idee mi vengono durante la notte. Mi sveglio e ho già in mente quello che farò. Se si tratta di un insetto, ne studio la forma, le dimensioni e il modo di muoversi. Inoltre faccio ricerche sulla sua funzione in natura, il suo significato simbolico non solo nella storia, ma anche nelle leggende e nelle diverse culture. Poi ne stabilisco la grandezza, e quindi faccio tutti i calcoli perché l'opera risulti armonica e proporzionata alla realtà. Procedo allo stesso modo anche per tutte le altre mie opere, che siano piante, animali o persone.

 

Autrice talentuosa di forme visionarie Chelita Riojas Zuckermann è scultrice di riverberi solari, opponendosi alla malinconia dell’ombra, rivelando le mutazioni espressive della luce, e confidando nella sensibilità percettiva dell’osservatore. Sono messaggi plastici pieni di dolcezza, come la Bambina con palloncino; sontuosi e policromi, come la mirabile Farfalla; intensi e spirituali come l’Angelo; immanenti e sapienti come la Ginnasta con nastro.   Sono specchi di intelligenza esecutiva, come Pegasus, irrequieto cavallo alato atterrato direttamente dalla mitologia greca su un approdo fuori dal tempo e dalla storia, ma tradotto in un linguaggio squisitamente contemporaneo. Ovvero una sinfonia di elementi, dove la mitica icona si fa carne lucente.  

Per affrontare senza criptici intellettualismi i costrutti plastici di Chelita Zuckermann è necessario cogliere nei bagliori intermittenti delle superfici il riflesso di un’anima solare. Le variabili della luce specchiata trasmettono l’illusione della completezza delle forme, dove i vuoti si insinuano come pause musicali. Inoltre la limpidezza visiva - per esempio quella di Agave splendente e di Fiore di cactus - diventa danza sotto il soffio dell’aria apertadove l’apparente fragilità dell’alluminio evidenzia la sua funzione narrativa, e dove i luccicanti riverberi sotto il sole trasfondono nuovi significati all’asetticità della materia.

La comunione con la natura, gli insetti, la figura umana e gli angeli dalle ali trasparenti, esprime la personalità di una scultrice libera dai paletti concettuali di area contemporanea. Concede piena libertà allo scorrere dell’intuizione, l’afferra, la memorizza tramite bozzetti mentali preparatori; ci si avvede della sua passione nell’affrontare ed equilibrare l’idea primaria con il costrutto finale, elevato a simbolo fattivo tramite luci arcane e precarie trasparenze. Presenze statiche e insieme mobili, verosimili e insieme astratte, sono i riflessi di un atto esecutivo che annuncia le verità segrete di una poetessa.

Paolo Levi

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